lunedì 27 luglio 2009

Un padre torna a casa...

Un Padre torna a casa...
Torna a casa dopo l'ennesima, estenuante, lunga giornata di lavoro e trova un biglietto del Figlio.
Un Figlio di cui non ricordo il nome, anche se il nome del Padre lo conosco bene.
Che importa, ora, che lavoro facesse, quanti anni avesse. Persino il suo nome, ora, mi sembra un dettaglio.
Quel che conta è che ormai non c'è più.
Ha deciso di andarsene da questo mondo.
Non ha trovato più nulla per il quale valesse la pena di esistere.
Improvvisamente? Dopo un lungo approfondimento?
Non so, non conta.
Per me, almeno.
Ma per il Padre?
Quello stesso Padre che lo ha cercato disperatamente tutta la notte, correndo all'impazzata per le vie del paese.
Quelle stesse vie dove l'aveva visto passare dieci, cento, mille volte col motorino, con la macchina, da solo o con gli amici. 
L'hai visto? L'hai visto??? L'hai vistoooooooo???
Questa maledetta notte infinita e cortissima.
Dura ancora un pò, cazzo, che lo devo salvare!
Finisci presto, notte, fà che io lo trovi...VIVO perdio!
VIVO,VIVO, VIVOOOOO
il Padre continua a ripetere tra sè e sè quest'unica meravigliosa parola, mentre corre, mentre la notte diventa sempre meno scura, mentre il caldo del giorno è un ricordo tiepido.
Ma stamattina il fresco della montagna non è così rasserenante.
No, tuo figlio non è vivo, Padre. Non più.
Ha deciso lui di andarsene, ti consola?
Consolarmi? Vuoi che ti dica cosa mi consola?
Sì, perchè vorrei consolarti.
Consolarmi? lo sai cosa mi consola.
Non mi consola un cazzo....
Mi consolerebbe solo vedere mio figlio qui, che prende il caffè, che torna tardi la sera, che si lamenta per il lavoro, che mi chiede la macchina, che si ficca nei guai o che non sa cosa vuole della propria vita.
Ma ancora con addosso la sua vita. 
Ti voglio bene gianni.



sabato 25 luglio 2009

TURAMBAR




TURAMBAR.
Sono passati 5 anni. 
quasi non ricordo più il nome del blog.
Ma era un'altra persona, un'altra città, un'altra vita.
Una vita APPARTE.
Erano tempi in cui potevo, e con discreto titolo, scrivere dell'andamento della funzione O al variare di quegli elementi (le variabili, appunto) che lo influenzano con drammatica quotidianità.
Poi sono arrivate le mie, di variabili. Inaspettate. Travolgenti. 
E allora vaffanculo Blog, non mi servi più.
Non ho più bisogno di te, nè del fatto che esistono persone che ti leggono per sapere cosa mi passa per la testa.
Addio passi ubriachi di ormoni, sticazzi delle feste da Roland, stigrancazzi delle penniche preserali...io vado a viverne un'altra di vita, e questa sarà la mia, stavolta.
E se questa vita mi ha portato via dalla mia città, dalla mia famiglia, dai miei amici, beh, vorrà dire che doveva essere così.
TURAMBAR